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Alcuni atleti sanno già che a loro non basterà essere più bravi degli altri. E che probabilmente da una parte di pubblico e di maestranze, non saranno giudicati solo in base alla prestazione
in campo. Il razzismo nello sport non è un fenomeno nuovo, ma negli ultimi anni, complici la polarizzazione del discorso politico e la grancassa dei social, gli episodi sembrano
moltiplicarsi e colpire gli atleti dal campo e dagli spalti. Promuovere una legge sulla cittadinanza più inclusiva è uno dei passi necessari per superare le discriminazioni, per questo in
molti guardano con fiducia al referendum dell’8 e 9 giugno. _“Si darebbe una risposta a chi aspetta di essere riconosciuto per ciò che sente già di essere”_, spiega SIMOHAMED KABBOUR
coordinatore della rete IDEM Network (tra i soggetti promotori del referendum) che raccoglie attivisti politici con background migratorio e non. _“Nello sport, inoltre, si permetterebbe agli
atleti di gareggiare senza il fardello che comporta non essere riconosciuti in quanto italiani e dare un’arma in più per combattere il razzismo che alcuni sperimentano sulla loro pelle”_.