Polonia, exit poll elezioni: testa a testa tra il sovranista nawrocki e l’europeista trzaskowski

Polonia, exit poll elezioni: testa a testa tra il sovranista nawrocki e l’europeista trzaskowski

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VARSAVIA – La POLONIA è al bivio. E’ chiamata a scegliere se tornare a parlare con una sola voce, eleggendo un presidente della Repubblica che non blocchi continuamente l’azione del governo.


O se continuare con la guerra civile strisciante che spacca la potenza in vertiginosa ascesa dell’Europa dell’est. La febbricitante attesa per i risultati delle presidenziali si protrae


fino a sera, sin dai primi dati sull’affluenza a mezzogiorno che secondo i politologi avrebbero potuto dare una prima, importante indicazione sul possibile vincitore. E l’affluenza,


effettivamente, è stata alta: secondo Ipsos ha sfiorato il 73%, in aumento rispetto alle ultime presidenziali, quando si era fermata al 68%. Ma è stata più bassa rispetto al trionfale 74%


che due anni fa ha incoronato il premier moderato Donald Tusk mettendo fine a otto anni di autocrazia del Pis. Un’affluenza alta, secondo gli analisti, potrebbe avvantaggiare il suo compagno


di partito, il candidato moderato RAFAL TRZASKOWSKI. TUTTI ESULTANO Al primo exit poll delle 21, il sindaco di Varsavia risulta effettivamente primo di un soffio con il 50,3% davanti al suo


rivale, l’euroscettico e trumpiano KAROL NAWROCKI. All’1 di notte il sorpasso, con il sovranista dato al 51% e Trzaskowski al 49%. Entrambi rivendicano la vittoria: la notte è lunga, i


risultati definitivi sono attesi per la mattinata di lunedì. Dal palco allestito al Museo etnografico, accolto da un’ovazione, Trzaskowski ha gridato “abbiamo vinto” e ha promesso di “unire


e di costruire” i polacchi, che sarà “il presidente di tutti, anche di chi non mi ha votato”. Anche Nawrocki si è detto certo della vittoria, parlando in un teatro del quartiere Praga: “Di


sicuro stanotte vinceremo, la differenza è minima”. Il candidato sovranista ha promesso di “riunire la Polonia spaccata”. Nei sondaggi riservati che si susseguono dal primo pomeriggio, i due


risultano in effetti testa a testa, man mano che emerge il boom ai seggi. Alle cinque, al seggio centralissimo del Palazzo della cultura, Agnieszka ha portato anche i suoi due figli. E


indicandoli, la pediatra quarantaquattrenne ci dice: “Sono qui soprattutto per loro, per garantire un futuro alla Polonia che sia di rispetto dei diritti e di speranza. E non di rabbia e di


odio. Io non capisco questa polarizzazione, quest’astio. Siamo diventati un grande Paese, stiamo sempre meglio. Mi chiedo: ma la gente non si ricorda com’era, prima che entrassimo


nell’Unione europea, prima che ci liberassimo dal comunismo?”. Accanto a lei il presidente del seggio, Roman Szlavav, annuisce con vigore, poi ci spiega: “In questo clima molto teso crescono


timori che entrambi i candidati possano fare ricorso, se perdono. Quindi noi siamo stati attentissimi a far rispettare le regole”. LA FEBBRE DELLA COLLANA ROSSA L’unica nota leggera che


spezza la tesissima tornata elettorale è la febbre della collana rossa che ha contagiato l’intera Polonia. Dopo che la _pasionaria_ della sinistra, JOANNA SENYSZYN, aveva ceduto nei giorni


scorsi la sua tradizionale collana alla moglie di Trzaskowski sul palco di un comizio, è partita un’onda incontenibile di entusiasmo. Meme, video, selfie hanno invaso i social, donne e


uomini di ogni età si sono mostrati ieri ai seggi con il classico ornamento folkloristico che Senyszyn indossa da sempre. Un segnale muto di sostegno al candidato europeista Trzaskowski, un


segnale di speranza che la Polonia guarisca dal morbo autocratico che ne infetta ancora le istituzioni a causa di un presidente uscente restìo a ogni cambiamento, Andrzej Duda. Nawrocki, pur


presentandosi come indipendente, è anche l’erede dell’attuale capo di Stato Duda. E’ il candidato del Pis, il partito che per otto anni ha trasformato la Polonia in un Paese autoritario e


in conflitto perenne con l’Europa. L’ex pugile promette di mantenere accesa la crisi istituzionale attuale. E di riallineare Varsavia con i nemici di Bruxelles come Viktor Orban o Robert


Fico o Donald Trump. E di isolare di nuovo Varsavia. Ecco perché il risultato è fondamentale per il destino della Polonia. E’ un referendum sull’Europa, ma anche sul governo Tusk, appena


riammesso nel Triangolo di Weimar, nel cuore della nuova Europa dei volenterosi che proprio per scongiurare i veti degli autocrati dell’est ai Consigli europei si è stretta in una formula


più flessibile e dinamica. Ma Trzaskowski promette anche una svolta interna, di riconciliare il Paese con i giudici, massacrati dai tentativi del Pis di politicizzare i tribunali. E di


sbloccare una serie di riforma attesissime come la liberalizzazione dell’aborto.